Infiltrazione eosinofila e severità di malattia sono direttamente correlati?
Il Dott. Marco della Coletta ha recentemente presentato i risultati di questo studio al congresso europeo di neurogastroenterologia...
INDICAZIONI EPIDEMIA CORONAVIRUS 2019
In questi giorni sono pervenute diverse richieste di informazioni riguardo l’attuale infezione da Coronavirus. Abbiamo pensato di fornire alcune informazioni per chi è affetto da patologie eosinofile del tratto digerente. Tali informazioni devono essere intese come aggiuntive e non sostitutive delle comunicazioni ufficiali in tema di salute pubblica fornite dalle autorità competenti.
I dati finora pubblicati mostrano come l’infezione decorra in modo lieve in circa l’80% dei casi. Dal punto di vista epidemiologico, gli effetti dell’infezione cambiano a seconda dell’età della persona colpita. La mortalità si attesta allo 0,2% tra 10 e 40 anni mentre supera il 10% sopra gli 80. Meno a rischio sembrano essere i bambini sotto i 10 anni.
Un altro aspetto fondamentale emerso dagli studi è la co-presenza di altre malattie nella persona colpita. Patologie come il diabete, neoplasie, problemi respiratori medio/gravi e malattie cardiovascolari, incidono significativamente sull’ andamento e sulla severità della malattia.
Tra le patologie in grado di aumentare questo rischio non vengono citate le malattie eosinofile del tubo digerente (esofagite eosinofila, gastroenterite eosinofila, enterite eosinofila e colite eosinofila). Di per sé, i pazienti affetti da queste malattie non presentano deficit funzionali del loro sistema immunitario.
Un discorso a sé stante va fatto per le terapie. La terapia antisecretiva (inibitori di pompa protonica), la terapia steroidea topica (es fluticasone proprionato) e la mesalazina, non hanno alcun effetto immunosoppressivo.
Per quanto riguarda le terapie immunosoppressive/immunomodulanti, come i farmaci biologici, è noto come aumentino lievemente il rischio di infezioni (batteriche e virali) nei pazienti che ne fanno uso. Anche il decorso di queste può essere più severo o prolungato. Non vi sono dati sull’associazione fra queste terapie e l’andamento dell’infezione da Coronavirus. Non vi è indicazione alla sospensione profilattica delle terapie immunosoppressive. Al contrario, la sospensione di queste terapie deve essere presa in considerazione, in caso di contagio accertato. Per tali pazienti, ad ogni modo, è consigliato prestare particolare attenzione alle informazioni fornite dalle autorità sanitarie. È bene evitare i luoghi affollati, utilizzare i dispositivi di protezione individuale come le mascherine, lavarsi le mani frequentemente e utilizzare gel disinfettanti.
Si rimanda alle precise e complete norme comportamentali e di sanità pubblica fornite dal Ministero della Salute e delle Autorità Regionali e Nazionali competenti, per ulteriori dettagli.
Dott. Matteo Ghisa
Prof. Edoardo Savarino